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Ecco come l’Europa spingerà la transizione energetica
Una doppia sfida: ambiente e forniture di energia
Per una volta due diverse emergenze ci spingono nella stessa direzione e per superarle dovremo intraprendere un unico percorso: si tratta dell’emergenza climatica e degli approvvigionamenti di materia prima energetica. Il problema è che dobbiamo agire in fretta, perché se da un lato il climate change non ci dà più tempo per salvare il pianeta, dall’altro il rischio di restare a secco di gas il prossimo inverno è dietro l’angolo, a causa delle tensioni geo-politiche in atto. Anche l’Europa si è resa conto che i due grandi problemi viaggiano in parallelo e che c’è modo, almeno in gran parte, di affrontarli insieme, seppur con uno sforzo enorme. Con il piano REpowerEU lanciato il 18 maggio scorso, la Commissione Europea ha messo in chiaro i nuovi obiettivi da raggiungere per l’energia, anche se al momento i mezzi concreti per farlo sono ancora un punto interrogativo.
Cosa è il piano REPowerEU
Il nuovo piano REPowerEU della Commissione Europea punta a velocizzare la transizione energetica, ossia il progressivo abbandono delle fonti fossili per ridurre il nostro impiatto ambientale e, contemporaneamente, renderci più indipendenti dalle risorse che provengono dalla Russia. Le sfide, come dicevamo, sono due:
- ridurre le importazioni di gas russo di due terzi entro la fine dell'anno, per poi azzerarle entro quattro o cinque anni (sempre che la Russia non decida unilateralmente di tagliare del tutto l’export verso alcuni Paesi Ue nel breve termine);
- affrontare con maggiore decisione la crisi climatica, alzando l’asticella degli obiettivi “Fit for 55”, il piano a lungo termine, non ancora approvato definitivamente, che dovrebbe portarci entro il 2050 a un’economia “carbon neutral”, ossia senza più emissioni nette di gas serra in atmosfera (quelle prodotte dovranno essere in qualche modo controbilanciate), passando dal -55% entro il 2030 rispetto ai livelli del 1990. E proprio da qui deriva il nome “Fit for 55”.
Come vuole agire REPowerEU
La strategia europea contenuta in REPowerEU è fondata su alcuni pilastri: risparmiare energia tramite l’efficienza, accelerare la sostituzione dei combustibili fossili potenziando le rinnovabili, diversificare le forniture di materia prima, attuare politiche di riforma e investimenti mirati.
La riduzione delle missioni del 55% entro il 2030 e la neutralità climatica nel 2050 restano invariati, ma vengono cambiati i target intermedi da raggiungere, alla luce della nuova situazione, tanto che ora gli obiettivi per il 2030 (meno di 8 anni!) appaiono molto sfidanti.
I primi due punti della strategia sono fondamentali; l’efficienza energetica è infatti il primo modo per consumare meno energia e quindi fare bene all’ambiente, riducendo contemporaneamente le nostre necessità di importare gas e petrolio. Le rinnovabili come eolico, fotovoltaico e idroelettrico, invece, sono le risorse pulite che consentiranno all’Europa di diventare energeticamente sostenibile e indipendente.
Risparmio energetico prima di tutto
Il risparmio energetico è il modo più immediato economico e sostenibile per affrontare l’attuale crisi energetica e ridurre le bollette di famiglie e imprese. La Commissione propone di incrementare al 13% l’obiettivo vincolante di riduzione dei consumi dal 2020 al 2030, rispetto al 9% previsto dal pacchetto Fit for 55%). Dovranno contribuire anche le buone prassi dei cittadini. L’Europa di fatto invita ciascuno di noi a “fare la propria parte” cambiando i nostri comportamenti, come abbassare il riscaldamento, usare meno l’aria condizionata, usare meno l’automobile, ridurre la velocità in autostrada. Secondo la IEA (L’agenzia Internazionale per l’Energia) solo le modifiche comportamentali potrebbero portare a una riduzione del 5% della domanda di gas e di petrolio: significherebbe risparmiare una quantità di gas che serve per riscaldare 20 milioni di case. Solo abbassare il termostato di 1°C, osserva l’Agenzia, può far risparmiare il 7% sui consumi di riscaldamento, mentre aumentare di 1 grado la temperatura impostata sul climatizzatore può ridurre fino al 10% l‘elettricità consumata.
La spinta sulle rinnovabili
REPowerEU alza l’asticella sulle energie rinnovabili, proponendo di aumentare al 45% l'obiettivo per il 2030 rispetto al 40% del programma Fit for 55. Al fotovoltaico viene data molta importanza: dovrà arrivare a 320 GW di capacità installata entro il 2025 (circa il doppio dell’installato attuale) e poi a 600 GW nel 2030: un obiettivo che definire ambizioso è dire poco, ma che potrebbe far risparmiare 9 miliardi di metri cubi di gas. Sui tetti degli edifici, inoltre, l’idea è di instaurare progressivamente l’obbligo di pannelli solari (fotovoltaici e termici). Per spostare progressivamente i consumi di energia termica prodotta da fonti fossili verso l‘energia elettrica, poi, la proposta è quella di raddoppiare il tasso di diffusione delle pompe di calore per il riscaldamento, arrivando a 10 milioni di unità installate nei prossimi 5 anni, mentre parallelamente si spingerà l’abbandono graduale delle installazioni di caldaie a combustibili fossili.
Diversificare le forniture è cruciale
Intanto la diversificazione delle forniture di gas è altrettanto urgente, perché il gas (e il petrolio), saranno necessari ancora per un bel po’ di tempo, per darci il tempo di portare a termine la transizione. Basti pensare che secondo i dati Eurostat, nel 2020 il mix energetico complessivo dell’Ue era composto per il 35% da petrolio e prodotti petroliferi, per il 24% da gas naturale (ma in Italia il gas naturale domina tuttora con il 40%), e che addirittura il 97% dei prodotti petroliferi e l’83,6% del gas naturale sono stati importati. Sul totale dei consumi energetici, il 24,4% è stato assicurato proprio da importazioni dalla Russia. Una dipendenza sulla quale l’Italia risulta in linea con le medie europee, mente la Germania è più esposta con una quota di dipendenza dalla Russia che supera il 30%, l’Ungheria è oltre il 50% e la Lituania sfiora il 100%.
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