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La “stangata” di luglio per le bollette: perché è successo?

Il prezzo di luce e gas è aumentato.
L'incremento stimato nel terzo trimestre del 2021 (a partire dal primo luglio e fino a settembre) per la bolletta dell'elettricità è del 9,9%, mentre per quella del gas è del 15,3%. Il meccanismo che ha innescato la serie di rincari è complesso, ma la principale causa è l’aumento del costo delle materie prime unito alla scarsità delle riserve (in particolare del gas) in seguito a una primavera poco mite che ha spinto la richiesta di riscaldamento. Una delle soluzioni a medio termine per prevenire situazioni analoghe in futuro è quella di ricorrere sempre più all’utilizzo delle fonti rinnovabili, il cui impiego è in crescita ma non ancora sufficiente a scongiurare la dipendenza dai combustibili fossili e ai rincari ad essi collegati. Il picco dei prezzi del terzo trimestre avrebbe potuto essere ben più rilevante, se il Governo non fosse intervenuto con il "Decreto lavoro e imprese" a mitigare l’aumento.
Perché il costo dell’energia varia continuamente?
Ogni tre mesi ARERA, l'Autorità di regolazione per energia reti e ambiente, provvede ad aggiornare i prezzi di luce e gas secondo l’andamento dei mercati energetici all’ingrosso. In questo caso l’incremento è legato alla forte crescita dei costi delle principali materie prime, in particolare i prezzi europei del gas sono cresciuti di oltre il 30% rispetto al primo trimestre dell’anno in corso. I prezzi attuali saranno validi fino alla fine di settembre, mentre a ottobre verrà pubblicato un ulteriore aggiornamento. Che, visto il trend, potrebbe confermare il forte aumento.
Il “Decreto lavoro e imprese” ha mitigato l’aumento delle bollette
I rincari avrebbero potuto essere ancora più consistenti se il Governo non avesse approvato in extremis il “Decreto lavoro e imprese”, che ha destinato 1,2 miliardi di euro alla riduzione degli oneri generali di sistema, una delle voci più pesanti (è la seconda voce dopo il costo della “materia energia”) che concorrono a formare le tariffe di luce e gas, che serve allo stato per pagare tra le altre cose, il sostegno alle fonti rinnovabili.
Le spesa energetica annua della famiglia tipo
Per ARERA la famiglia tipo ha un consumo medio annuo di energia elettrica pari a 2.700 kWh e di 1.400 metri cubi per quanto riguarda il gas. Quindi, secondo le stime dell’autorità, la spesa per l'elettricità nell’anno scorrevole (composto dal trimestre in essere più i tre precedenti, quindi ottobre 2020-settembre 2021) sarà di circa 559 euro, con un incremento di circa 60 euro rispetto all’annualità precedente. Nello stesso periodo, invece, la spesa della famiglia tipo per la bolletta del gas sarà di circa 993 euro, con una riduzione di circa 13 euro rispetto al periodo compreso tra ottobre 2019 e settembre 2020: questo perché nei trimestri precedenti non si erano verificati rincari sostanziali sul gas.
Chi si salva in questo scenario? E chi ci rimette?
In questo preciso contesto è avvantaggiato chi ha sottoscritto un’offerta per la fornitura di energia a prezzo fisso, quindi indipendente da qualsiasi oscillazione del mercato. Più penalizzato, al momento, è chi ancora appartiene al mercato tutelato (che, ricordiamo, cesserà di esistere il 1° gennaio 2024) direttamente legato alle quotazioni di mercato di ARERA. Oppure chi ha scelto un’offerta indicizzata, che varia automaticamente in base agli andamenti degli indici dei mercati all’ingrosso. Certo, lo svantaggio è temporaneo e la situazione potrebbe ribaltarsi nel caso in cui gli indici dovessero clamorosamente abbassarsi in futuro.
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